LIFE, ANIMATED (DOCUFILM – 2016)

Il 2 Febbraio 2017 è uscito nelle sale cinematografiche italiane “LIFE, ANIMATED”, un docu-film prodotto da Roger Ross Williamsoggi disponibile anche sulla piattaforma NETFLIX o in DVD. Singolare è la storia raccontata…a tal punto straordinaria da aver ottenuto fin da subito un grande successo.

Tutto inizia con alcuni frame in bianco e nero, nei quali compaiono una mamma e un papà felici, che giocano, ridono e scherzano con i loro due figli, Walt e Owen; una famiglia normale, che ama riprendere con una semplice videocamera i momenti più felici, per conservarne il più a lungo possibile la memoria. All’ improvviso, quella semplice e tangibile felicità sembra venir meno… “Poi ad un tratto Owen è sparito”: queste sono le parole con le quali la mamma racconta il terribile momento in cui Owen ha smesso di parlare. Nessuno riesce a dare una spiegazione alla famiglia: i medici iniziano a studiarlo, cercano di capire la causa delle difficoltà del bambino nel parlare e nel camminare. Poi, finalmente, dopo mesi, arriva la diagnosi definitiva: Owen è AUTISTICO. Tutto questo accade agli inizi degli anni ’90, quando negli Stati Uniti, gli studi sull’ autismo avevano raggiunto importanti risultati dal punto di vista diagnostico, ma il trattamento di tale insieme di caratteristiche appariva ancora un grande enigma.

I genitori vengono così sommersi di informazioni su una difficoltà di cui a malapena conoscevano il nome; viene spiegato loro che spesso l’autismo genera un comportamento DISTRUTTIVO e non interattivo, che determina una eccessiva stimolazione nel bambino, a causa della gran quantità di stimoli che riceve. Giorno dopo giorno, i genitori vedono nei comportamenti di Owen il concretizzarsi delle tante parole pronunciate dai medici: il piccolo tende ad isolarsi, ha smesso di parlare, di interagire con chiunque; una sola cosa sembra ancora stimolarlo e dargli gioia: guardare insieme al fratello Walt i cartoni animati della DISNEY. È questo l’unico momento di condivisione che Owen vive, l’unica passione che coltiva nella sua solitudine, ma soprattutto l’unico chiave per interpretare la sua esistenza. Owen si immedesima nei personaggi, vive le loro emozioni, le loro avventure.

È difficile stare accanto ad Owen: i genitori sentono di doverlo salvare dalla prigione dell’autismo, il fratello vorrebbe aiutarlo ma non sa bene cosa fare. Una sera, poco prima di cena, il padre lo raggiunge nella sua cameretta, dove lui sta guardando La Sirenetta: Ariel deve decidere cosa donare alla strega, che le chiede solo la sua voce. Owen nel frattempo farnetica, continua a dire “giusavos”, ma nessuno capisce a cosa si riferisca e continua a riavvolgere il film in quel punto; allora la madre capisce: Owen sta ripetendo la battuta della strega “Just your Voice”. Grande è la felicità di tutta la famiglia, che inizia a capire quanto i cartoni Disney aiutino Owen: il bambino inizia a parlare soltanto attraverso le battute dei suoi personaggi preferiti, talvolta ripete anche frasi complesse che esprimono concetti altrettanto complessi. Straordinario è quanto accade ad Owen: impara le lezioni di vita più importanti, riesce a dare un senso al mondo soltanto guardando film Disney, che rappresentano per lui un’ àncora di salvataggio. La realtà che lo circonda è in continuo mutamento, il mondo dei cartoni al contrario non cambia mai; Owen ha bisogno di un copione, perché gli imprevisti lo destabilizzano, creano in lui agitazione.

La passione per i film Disney permette ad Owen di creare RELAZIONI  , di stringere amicizia anche a scuola; fonda un Disney Club, nel quale trova amici, una ragazza, una dimensione, insomma, nella quale può essere realmente se stesso. Ciononostante, Owen diventa vittima di BULLISMO e viene preso di mira da quei compagni che non riescono empaticamente ad andare oltre le apparenze e a vedere il vero valore del ragazzo; Owen inizia nuovamente a vivere male, prende alla lettera tutte le minacce, perché non riesce a trovare il filtro giusto per decodificarle. Si sente come Quasimodo quando, in mezzo alla piazza dei Miracoli, viene deriso, offeso da tutti: ancora una volta un cartone animato lo aiuta a trovare la forza e il coraggio di ribellarsi e di esprimere la sua creatività. Dopo aver raccontato ai genitori la verità su quanto vive a scuola, Owen ogni sera scende in cantina, senza dire a nessuno cosa abbia in mente; inizia a disegnare, dà forma a centinaia di personaggi Disney. Fa però una scelta: non ci sono mai eroi, ma solo “SPALLE”, personaggi non protagonisti ma aiutanti, senza i quali nessuna impresa sarebbe possibile. Nel quaderno dei disegni, ci sono Iago, Merlino, il Grillo Parlante, Abu e tanti altri; questo è l’unico modo che Owen ha per far capire come si sente: non è un eroe, ma una spalla, amichevole, pronto a sostenere chi ha il ruolo del protagonista. E così inventa una storia, nella quale gli aiutanti cercano un eroe, lo trovano in un bambino che è terrorizzato dai temporali. Owen sceglie come titolo “LA TERRA DELLE SPALLE PERDUTE”, facendosi ispirare dalla sua stessa vita e racconta come questo bambino, sostenuto dai suoi aiutanti, riuscirà a vincere le sue paure.

In questa storia di CRESCITA, arriva per Owen il momento di diventare autonomo, proprio come tutti i ragazzi della sua età; ha tanta paura per il distacco dalla famiglia, per le tante cose che dovrà imparare da solo. Nel momento del trasloco, la prima cosa che imballa sono tutti i film Disney, che considera un’arma per sconfiggere qualsiasi timore o debolezza. Anche la sua famiglia è preoccupata, soffre per la lontananza a cui saranno costretti, ma sanno anche che è necessario: Owen è un ragazzo che ha diritto alle stesse possibilità degli altri, anche a quella di immaginare un futuro che inevitabilmente non potrà essere sempre legato ai genitori. È necessario per lui allenare la sua autonomia, per raggiungere la soddisfazione di fare tutto ciò che vuole.

L’autonomia non è l’unico traguardo che raggiunge; Owen viene invitato ad un convegno a Parigi, durante il quale deve parlare dell’autismo. Così si conclude il docu-film: con il trionfo di Owen, applaudito dall’intera platea, dopo aver parlato della propria vita. Ancora una volta, non può non identificarsi con uno dei suoi personaggi Disney preferito: si sente come Quasimodo che, uscito finalmente dal suo campanile, viene accolto dalla comunità.

La storia di Owen è fonte di grande SPERANZA per tutte le famiglie che affrontano il disturbo dell’autismo; ogni bambino, ogni ragazzo troverà il modo di scoprire il suo posto nel mondo, se viene sostenuto nel seguire le proprie passioni e la propria unicità.

BUONA VISIONE

Elaborato della

Dott.ssa Federica Di Roma