“STELLE SULLA TERRA” (Film del 2007)

“Sulla nostra terra sono spuntate piccole stelle, che con la loro luce hanno illuminato il mondo, perché sono riusciti a farci guardare le cose con i loro occhi…pensavano in maniera diversa e le persone vicine non lo accettavano e le hanno ostacolate…loro però ne sono uscite vincenti e tutto il mondo è rimasto a bocca aperta!”

Stelle sulla terra” è un film drammatico del 2007 che, con straordinaria sensibilità e realismo, affronta il tema, sempre più attuale e discusso, dei Disturbi Specifici dell’Apprendimento; è un film per genitori, insegnanti, educatori e per chiunque voglia prendere consapevolezza di una realtà, che si fa ancora fatica ad accettare.

Ishaan è un bambino di 8 anni, che frequenta la 3^ classe, ma che ancora non è in grado di leggere bene e di fare i calcoli; a scuola, invece che prestare ascolto alle maestre, sembra essere attratto solo da una pozzanghera, che intravede dalla finestra: trascorre le sue giornate a fantasticare, a cercar di pescare pesciolini con una semplice calza, a guardarsi intorno. Ma la sua grande passione è la pittura: dipingerebbe per ore, sporcandosi le dita con i colori ad acqua, che mescola per dare forma ad una realtà di cui si sente parte, ma che gli altri non riescono a comprendere.

A scuola, le maestre sono esasperate per il suo andamento scolastico, incolpando il piccolo Ishaan di essere pigro, di essere un “asino svogliato”. Quante volte la maestra, mentre lui cerca di leggere, gli ripete: “CORRETTAMENTE E AD ALTA VOCE”; ma la sua voce diventa sempre più bassa, sovrastata dalle risa dei compagni che lo deridono.

A casa, la mamma lo costringe a studiare, a leggere, si mette accanto a lui ogni pomeriggio per aiutarlo, ma Ishaan non riesce a spiegare nemmeno alla madre, la donna che più lo ama, che i numeri lo conducono in mondi colorati e fantastici, che le lettere del libro continuano a muoversi prendendosi gioco di lui, che vorrebbe trattenerle, afferrarle, come fa con i pesciolini nel laghetto.

NON CI SONO PROGRESSI…I LIBRI SONO SUOI NEMICI…FORSE È UN BAMBINO SFORTUNATO, ESISTONO SCUOLE SPECIALI”: queste le parole che i genitori ascoltano dalla preside, parole che gettano il loro animo nello sconforto, che generano in loro frustrazione e impotenza; una sola domanda riecheggia nella loro testa: “DOVE ABBIAMO SBAGLIATO?”.

E così cercano una soluzione, cercano una cura per i “sintomi”, senza neppure conoscere la “causa”: è l’ignoranza, intesa come non conoscenza, è la non consapevolezza che li induce, per il bene del figlio, a mandarlo in un collegio, dove vige un’unica regola, la disciplina, con la quale credono di poter “guarire” il figlio, condurlo alla “normalità”: se solo immaginassero quanto preziosa e straordinaria sia la sua “diversità”.

Ishaan avverte il collegio come una punizione, si chiude ancor di più nella sua solitudine, convincendosi davvero di essere “anormale”, avvertendo attorno a sé il vuoto di chi non può essere compreso. E come unica consolazione, torna a guardare fuori dalla finestra della sua classe, continuando a immaginare mondi colorati nei quali vorrebbe vivere. Ishaan riesce a legare solo con il suo compagno di banco, anche lui considerato “diverso” per quelle stampelle con cui è costretto a camminare: tra “diversi” si capiscono, perché nel loro animo c’è quel seme naturale di inclusione e di solidarietà.

Ad un certo punto, qualcosa sembra cambiare; tutti i bambini, compreso Ishaan, sono in classe e aspettano il nuovo maestro di Arte; tutti sono in trepidante attesa, quasi ansiosi, tranne Ishaan che, come sempre, è tranquillo al suo posto, chiuso nel suo silenzio e con gli occhi bassi. Si sente il suono di un flauto, che attira l’attenzione di tutti: entra all’improvviso un clown, che balla, canta, fa acrobazie. I bambini non capiscono, non credono ai loro occhi, sono confusi e al tempo stesso attratti da quella nota di colore che sembra stonare nel grigiore della loro scuola. È proprio lui, il nuovo maestro di Arte, Nikumbh Sir; si presenta e dà ai bambini un compito apparentemente semplice: “CREATE IMMAGINI…DISEGNATE CIÒ CHE VOLETE…DIVERTITEVI”. Come suonano strane, diverse queste parole, se confrontate con quelle severe e minacciose degli altri maestri.

Nikumbh si accorge subito che Ishaan è un bambino speciale: il suo foglio rimane bianco, fino alla fine della lezione, il suo volto non accenna mai ad un sorriso, i suoi occhi disvelano una tristezza che non si addice ad un bambino di 8 anni.

Il maestro si rende conto che Ishaan ha bisogno di aiuto, ha bisogno di qualcuno che si prenda cura di lui, che lo capisca. E così lo osserva, lo segue in ogni movimento, guarda i suoi quaderni…e capisce…e si chiede come gli altri non abbiano capito prima. ISHAAN È DISLESSICO. Subito nel maestro nasce, con naturalezza, quell’atteggiamento di EMPATIA, che gli consente di capire i sentimenti, le emozioni del piccolo Ishaan: anche lui da bambino era dislessico! Parla con la famiglia, per informarli, per far capire loro che il figlio non è “malato”: è solo un bambino speciale che vede il mondo con occhi diversi, che avverte, però, la sua “diversità” come una guerra continua, dove, per vincere, deve mostrarsi forte e ribelle.

Sono tanti i dubbi della famiglia, le perplessità; la madre continua a chiedersi “PERCHÈ PROPRIO AL MIO ISHAAN?”. Quanto è difficile ammettere di aver bisogno di aiuto, quanto è difficile affidarsi a qualcuno che ha compreso, quanto è difficile accettare che il proprio figlio non sia uguale agli altri, che non ottenga voti alti come gli altri, che non riesca a competere con gli altri per raggiungere il successo. Comprensibile è la reazione di due genitori che per la prima volta sentono la parola DISLESSIA: una parola così  apparentemente semplice da pronunciare, ma che per anni ha reso infelice il loro amato figlio.

Il maestro di arte non si arrende, è ostinato nel voler vedere sul volto di Ishaan il sorriso della felicità. E allora in classe racconta una favola, la favola di un bambino che non riusciva a leggere e scrivere perché l’alfabeto ballava, che faticava ad imparare, che era deriso da tutti; Ishaan è convinto che stia parlando di lui, si agita, abbassa gli occhi perché teme di essere stato scovato nel nascondiglio del suo silenzio; e invece fa una scoperta eccezionale: il maestro sta parlando di Albert Einstein. I suoi occhi si accendono di una nuova luce, di una curiosità inaspettata, ascolta le storie di tanti altri personaggi speciali come lui; il suo cuore inizia a battere più forte, sente di non essere solo, inizia a dare una risposta a tutte quelle domande che non aveva mai avuto il coraggio di formulare. Sente di essere una STELLA SULLA TERRA: gli altri non capiscono la sua luce e allora cercano di spegnerla.

È un momento straordinario per Ishaan: per la prima volta, sente di poter essere se stesso, sente di poter mostrare le sue fragilità, sente di essere amato da una persona che lo accoglie, senza giudicarlo. Nikumbh sa come aiutarlo: lo fa scrivere sulla sabbia, in modo che Ishaan possa toccare le lettere e fermarle, lo fa esercitare con i calcoli salendo e scendendo le scale, in modo che percepisca con tutto il suo corpo ciò che sta facendo; capisce che ha bisogno di rendere concreto tutto ciò che è astratto, di dare una forma a ciò che pensa, di trovare un’àncora al movimento vorticoso della sua mente, di valorizzare il suo talento nella pittura, che gli consente di dare colore al suo essere. Proprio per questo Nikumbh organizza una grande gara di pittura per tutti, maestri e studenti; è questa l’occasione per dimostrare che ognuno ha i propri talenti, talenti unici e rari, per i quali non può e non deve essere giudicato. La gara permetterà a Ishaan di dipingere se stesso, mentre guarda nel fondo di un laghetto e al maestro di disegnare il volto del bambino, tutto colorato, che finalmente ride felice.

Ecco che Ishaan scopre se stesso, attraverso i suoi occhi e attraverso gli occhi di chi lo ama e lo capisce. È questo il suo RISCATTO; e mentre va a ritirare il premio inciampa; ma ora non è più SOLO, ha un MAESTRO che spalanca le sue forti braccia per sostenerlo.

Ogni bambino, che abbia disturbi dell’apprendimento o no, merita un insegnante verso il quale correre, felice, certo di essere sollevato e di poter, con lui, VOLARE!

Elaborato della

Dott.ssa Federica Di Roma

Per vedere il film in italiano, clicca qui https://www.youtube.com/watch?v=KeTmQiBkh3o&t=66s